15 Settembre 2022 -

La sentieristica come parte della riqualificazione del paesaggio

Nel paesaggio storia, tradizioni, natura, biodiversità sono tutti elementi che coesistono, si fondono insieme per generare spesso qualcosa di unico, irripetibile, che contraddistingue specificatamente un territorio. Tali elementi sono parte di un processo che si è svolto e continua a svolgersi nei secoli: sono dunque in perenne trasformazione, trasformazione che non avviene in modo spontaneo, ma è voluta e realizzata dall’uomo. Nell’articolo La Valleriana, dieci anni dopo la candidatura Unesco abbiamo già spiegato come questa metamorfosi accada, fornendo anche dei consigli semplici ma utili su come partecipare ancora oggi a questo processo in modo consapevole e rispettoso fin negli aspetti che potrebbero apparire di minore importanza. In particolare la viabilità antica, fatta di selciati, strade lastricate o semplicemente di sentieri battuti da uomini e animali di un tempo, è sempre di grande fascino perché, nel percorrerla oggi, ci viene imposto un passo lento, meditativo, che ci rende consapevoli di ciò che l’essere umano ha creato e modificato nel rispetto dell’ambiente, spesso per esigenze di sopravvivenza e di lavoro. E nonostante per le persone di oggi tale rete viaria sia solo un percorso su cui fare trekking, quando ci si trova su di essa non si può non sentirsene parte. Ci si sente eredi di un patrimonio materiale e immateriale che vale la pena essere vissuto, conosciuto, tutelato e valorizzato.

La sentieristica e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio

La sentieristica, dunque, non è soltanto l’insieme dei percorsi dove praticare un’attività sportiva o ritrovare se stessi in mezzo alla natura, soprattutto in posti ricchi di storia e di cultura come il nostro territorio. È il campo dove meglio si esprimono i principi di tutela, di salvaguardia e di valorizzazione illustrati negli articoli 4 e 5 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (2004), nei quali leggiamo che: “La tutela del paesaggio è volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime. […] La valorizzazione del paesaggio concorre a promuovere lo sviluppo della cultura”, anche attraverso la “riqualificazione e fruizione del paesaggio”.

Fra tutte le operazioni possibili richieste dalla legislazione, dunque, la manutenzione dei sentieri antichi, fatta a tutti i livelli, è di grande rilevanza; in essa è da considerarsi fondamentale anche la segnaletica, strumento utile e di comfort per chi viaggia a piedi su una viabilità caratterizzata da selciati, terre battute, boschi. Una volta ci si affidava a incisioni su pietra o su muro e alle cosiddette margini, edicole con immagini sacre poste all’incrocio di più sentieri; oggi vengono utilizzati strumenti universalmente condivisi, come i cartelli escursionistici esplicativi (segnaletica verticale) o i colori bianco-rosso dei segnavia (segnaletica orizzontale).

La segnaletica come parte della riqualificazione del paesaggio

La segnaletica, al contrario di quanto si è portati a pensare, segue alcuni accorgimenti codificati nel tempo e uniformi su tutto il territorio nazionale. Se quella verticale appare più intuitiva – data la sua forma a freccia e la presenza delle mete da raggiungere con i rispettivi tempi di percorrenza –, quella orizzontale necessita di essere spiegata facendo alcune considerazioni che possono apparire scontate, ma che in realtà sono note per lo più solo agli addetti ai lavori. Innanzitutto vi è la necessità di stabilire dove porre il segnale, sia nella sua forma di “bandierina” contenente il numero del sentiero che in quella di segnavia su piante e/o sassi. In secondo luogo bisogna capire con quale frequenza fornire informazioni di continuità e/o di conferma del percorso, soprattutto laddove vi sono diramazioni; infine deve essere considerata anche la visibilità del segnale stesso, che deve apparire ben leggibile in entrambe le direzioni di percorrenza. Quest’ultimo aspetto è facilitato dalle sue dimensioni, nel rispetto della misura di 8 cm di altezza e di 15 cm di larghezza. Tutti questi aspetti riguardanti la manutenzione dei sentieri vengono presi in esame durante le varie giornate dei sentieri 2022, di solito interessate da ricognizioni dello stato del sentiero, da grandi e/o piccoli interventi di pulitura e, appunto, di segnatura.

Il significato della giornata dei sentieri

Le attività di manutenzione sono sempre faticose, poiché richiedono attenzione, dedizione e talvolta impiego di macchinari appositi nel caso in cui la vegetazione boschiva prenda il sopravvento e renda impraticabile il percorso. L’essere in un gruppo attrezzato, però, aiuta molto: ognuno dà il proprio contributo su piccole porzioni di sentiero, non manca lo scambio di idee utili su come migliorare la percorribilità e la fatica è più sopportabile quando è condivisa. Emergono anche le abilità di ciascuno, al di là delle differenze personali. Di norma, a coloro che presentano caratteristiche di precisione viene affidata la realizzazione della segnaletica, che prevede l’utilizzo di mascherine in materiale non rigido, di pennelli e di vernici all’acqua (la cui tenuta è inferiore, ma ambientalmente più rispettosa). Chiaramente la parte tecnica non è impegnativa dal punto di vista fisico: l’ostacolo più grande è invece il sapersi porre nei panni dell’altro, cioè di chi percorre per la prima volta i percorsi trekking. Da questo punto di vista, infatti, ciò che è più difficile per i volontari che conoscono il territorio è tenere presente che la segnaletica è uno strumento informativo che dona sicurezza a chi cammina. Ecco perché è consigliata la ripetizione del segnavia bianco-rosso – meglio se ad altezza occhio – dopo aver camminato per circa 5-10 minuti, in modo da garantire una tranquilla percorribilità del sentiero anche laddove non sono presenti bivi. L’attenzione ai bisogni dell’altro in vista di una corretta fruizione del paesaggio risponde all’avere la consapevolezza nei confronti di ciò che la sensibilità comune chiama “bene”, non importa che sia ambientale o culturale. Riconoscere che abbiamo un bene da valorizzare, così come investire tempo ed energie per esso, è una ricchezza, una testimonianza verso le future generazioni che hanno bisogno di scoprire che prendersi cura della natura passa in primis dalla tutela e dalla salvaguardia del proprio territorio.